Il professore e il pinguino

Nel 1976, un inglese disilluso va a lavorare in una scuola in un’Argentina divisa e la sua vita cambia quando salva un pinguino orfano dalla spiaggia.

Domenica 2 novembre

ore 18 e 21

3-4-5 novembre ore 21

1976. Tom Michell è un docente di inglese che, dopo aver insegnato in diversi stati dell’America del Sud, approda al St. George’s College a Buenos Aires proprio nei giorni in cui ha luogo il colpo di stato dei militari. Approfittando della chiusura della scuola per una settimana si reca a Punta del Este in Uruguay dove, su una spiaggia, trova un pinguino sopravvissuto a uno sversamento di petrolio in mare. Si troverà a doverlo portare con sé tentando di nasconderlo al preside ma utilizzandolo per fare lezione a una classe non proprio disciplinata.

ACQUISTA QUI IL TUO BIGLIETTO

Peter Cattaneo è meno corrosivo rispetto ai tempi di Full Montyma non ha perso l’interesse per la denuncia sociale e politica.

Sono passati quasi trent’anni dal film che ci fece conoscere Cattaneo e un attore come Robert Carlyle in un film con il giusto mix di divertimento e di indignazione. La lunga militanza successiva in film e serie televisive deve averlo spinto a trovare altre modalità di narrazione finalizzate a raggiungere un pubblico più diversificato a cui però far giungere messaggi precisi. Alla sceneggiatura, accanto al vero Tom Michell (perché di una vicenda realmente accaduta qui si tratta) troviamo Jeff Pope cosceneggiatore, proprio insieme a Coogan, dell’indimenticato Philomena.

Da queste collaborazioni nasce un film che vuole ricordare, con una costante ricerca di equilibrio tra commedia e dramma, un periodo della storia che non va dimenticato soprattutto in questa epoca di neppure troppo strisciante tentativo di trasformare alcune democrazie in democrature per poi arrivare, magari senza spargimenti di sangue, a regimi esplicitamente dittatoriali.

In Argentina lo spargimento di sangue c’è stato e non avuto limiti nell’efferatezza. Ecco allora che la vicenda di questo professore di inglese, al contempo disilluso nei confronti della vita ma non ancora piegato al conformismo imperante nella scuola dove è andato ad insegnare, diventa, grazie a Juan Salvador, un invito a non rassegnarsi al quieto vivere.

Juan Salvador è il pinguino (il nome è quello del protagonista, nell’edizione latino americana, de “Il gabbiano Jonathan Livingstone”) che finisce con l’imporre la sua salvifica presenza a Michell. Salvifica perché lo costringe ad occuparsi di un essere vivente che ha bisogno di lui che, al contempo, torna ad alimentarne lo spirito di rottura degli schemi. Michell arriverà a fare lezione ai suoi studenti, socialmente altolocati ma altamente indisciplinati e poco disposti alla riflessione, utilizzando proprio la presenza di Juan Salvador.